“Uno sguardo ai tempi…”
Beethoven aprì il suo scenario di compositore sul grande palcoscenico occupato , in massima parte , da due personalità eccezionali : Haydn e Mozart . Le più famose composizioni dei due maestri viennesi affascinavano il grande pubblico europeo dall’ Italia all’ Inghilterra , dall’ Austria alla Francia . Vienna , in particolare , era la culla di quei suoni e veniva giornalmente dondolata dall’ aristocrazia curiosa ed intrigante che cercava di appropriarsi , senza troppo elargire , dei benefici economici che potessero derivare dalla gestione di quei due geni musicali . Ma , ahimè , la proverbiale tirchieria della casa regnante austriaca , dagli Asburgo ai Lorena , non sarà mai tanto munificente da rendere serena la vita di quei due grandi: Haydn dovrà andarsene in Inghilterra per diventare il re della sinfonia e Mozart dovrà partire per Praga per racimolare quei pochi quattrini che gli servivano per tirare avanti.
D’ altra parte l’ insieme dell’ opera di Mozart , nata a Vienna nella nuova condizione di indipendenza professionale , presenta , come dato emergente , la riduzione dei generi che erano legati alla vita di corte salisburghese , e cioè la musica da Chiesa e di intrattenimento . L’effetto della libertà porta lo stile mozartiano ad un livello superiore di maturità nel linguaggio musicale soprattutto perché a Vienna fa conoscenza del contrappunto bachiano . Mozart trascrive 11 fughe del grande maestro tedesco e sviluppa una serie di lavori che iniziano dal Quartetto , il terreno migliore per saggiare questo nuovo innesto del contrappunto nell’ austerità sonora di questa formazione strumentale .
Nascono a Vienna i 6 Quartetti dedicati ad Haydn , testimonianza concreta dei rapporti di affetto e stima che intercorsero fra i due grandi musicisti . Per la prima volta , si legge , la composizione di questi quartetti rappresentarono per il suo autore “una lunga e laboriosa fatica” . Non nacquero di getto, quindi , come erano solite essere partorite con genialità le varie composizioni del giovane musicista : questi manoscritti risultano colmi di correzioni attestanti l’insolito ed insistente cesello a cui Mozart li sottopose .
Ascoltiamo il Quartetto n° 17 KV 458 “La caccia” il cui sottotitolo viene giustificato dalla presenza , nel tema principale , di un segnale che riproduce il corno da caccia . Carattere campestre ed insieme serenamente vivace , basato su un unico tema più volte riproposto . L’andamento gioioso si prolunga nel cantabile Minuetto successivo al quale fa seguito un Adagio di tutt’altra atmosfera ; nei movimenti lenti Mozart sembra voler convogliare ogni volta il massimo della espressività per quanto riguarda il contenuto melodico.
ASCOLTA QUI “Quartetto per archi No. 17 in B flat major K. 458 “La Caccia”” eseguito dal Quartetto Hagen:
E ORA ALCUNE REGISTRAZIONI DI QUARTETTI “STORICI”:
ASCOLTA QUI “Quartetto per archi No. 17 in B flat major K. 458 “La Caccia”” eseguito dal Quartetto Juilliard:
ASCOLTA QUI “Quartetto per archi No. 17 in B flat major K. 458 “La Caccia”” eseguito dal Quartetto Amadeus (1° tempo in una registrazione storica del 1956):
ASCOLTA QUI “Quartetto per archi No. 17 in B flat major K. 458 “La Caccia”” eseguito dal Quartetto Amadeus (2°, 3° e 4° tempo in una registrazione storica del 1956):
ASCOLTA QUI “Quartetto per archi No. 17 in B flat major K. 458 “La Caccia”” eseguito dal Budapest String Quartet (2° tempo in una registrazione storica del 1927):
ASCOLTA QUI “Quartetto per archi No. 17 in B flat major K. 458 “La Caccia”” eseguito dal Budapest String Quartet (4° tempo in una registrazione storica del 1927):
© RIPRODUZIONE RISERVATA, di Alessandro Giusfredi
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